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Saul Steinberg

Saul Steinberg, Milano-New York, Triennale di Milano, 2022

L’artista che pensava per immagini

Chissà se Saul Steinberg ha mai contato il numero di matite, di fogli di carta, di acquerelli, carboncini… usati per comporre i suoi innumerevoli disegni. Pensate che nella sua carriera ha realizzato ben 642 illustrazioni e 85 copertine solamente per il New Yorker!!!

Tantissimi tra questi lavori possiamo ammirarli ancora per alcuni giorni alla Triennale di Milano, dov’è in corso la mostra Saul Steinberg, Milano-New York. La città ha infatti deciso di omaggiare un artista con cui ha avuto un rapporto privilegiato e che l’ha scelta come luogo di vita per il periodo degli studi e delle sue prime esperienze lavorative.

Saul Steinberg Triennale Milano

L’esposizione, curata da Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari, è una delle più complete mai realizzate sull’artista Saul Steinberg, comprende 350 opere tra disegni a matita, a pastello, inchiostro, ad acquerello, maschere di carta, oggetti/scultura, stoffe, collages. Ma anche un’ampia selezione di documenti e fotografie, libri e riviste degli anni Trenta come il Bertoldo, e naturalmente le copertine del New Yorker, con cui ha collaborato per oltre 60 anni.

C’è anche tanta Italia in questa mostra, soprattutto Milano, con i luoghi che l’artista ha vissuto nella sua quotidianità, trascorsa nel quartiere Città Studi. La Milano di Steinberg è una città in movimento, formata da edifici moderni e novecenteschi (una latteria, una chiesa, ma anche la galleria Vittorio Emanuele), abitata da donne alte che attraversano la strada e uomini bassi che sfrecciano in bicicletta, da una coppia di carabinieri, diversi camerieri e uomini che gesticolano.

Delle opere in mostra, 89 rimarranno a Milano presso la Biblioteca Braidense, a cui sono state donate dalla Fondazione Steinberg di New York.

La mostra è accompagnata da un libro-catalogo dal titolo Steinberg A-Z (Electa), organizzato come un’enciclopedia contemporanea: un volume a cura di Marco Belpoliti che analizza l’opera di Saul Steinberg nei suoi molteplici aspetti.

Saul Steinberg: l’artista della linea

“Non appartengo al mondo dell’arte, dell’illustrazione o delle riviste, quindi il mondo dell’arte non sa bene dove posizionarmi”, ha affermato l’artista parlando di sé.

E, in effetti, la sua carriera è talmente variegata e poliedrica che la sua arte è difficile da collocare all’interno di categorie convenzionali.

Quello che colpisce davanti ai disegni di Steinberg è la sua incredibile capacità di sperimentazione, il suo bisogno di esternare innumerevoli concetti e di andare alla ricerca dei materiali più disparati e allo stesso tempo più adatti a rappresentare quei concetti e a comunicarli agli altri. Un processo che avviene però in un tempo brevissimo, un passaggio dall’idea concettuale al foglio nel minor tempo possibile. Quasi a voler rappresentare la velocità di pensiero, ma anche il movimento e la velocità della vita stessa.

E i materiali scelti si piegano, si prestano e rispondono a quest’esigenza, contribuendo a realizzare prodotti che si distinguono per originalità e profondità.

Inoltre, quello che l’autore mostra è la sicurezza e la padronanza dell’idea nella sua mente, un’idea che non ammette cancellature, così come non l’ammettono l’inchiostro o la biro che usa.

E infatti la linea continua che caratterizza i disegni e che è diventata la sua cifra stilistica è anch’essa espressione di un pensiero che non mostra ripensamenti. Non a caso l’artista diceva “La linea è la mia vera lingua”. 

Gran parte della sua produzione si compone di disegni essenziali e puliti, privi anche di colore perché “ragionava su carta”. Un’essenzialità che non gli ha impedito di scavare a fondo e trattare temi come l’uomo, le donne, l’identità costruita, i sistemi sociali e politici, la lingua, le debolezze umane, la geografia e l’arte stessa.

Saul Steinberg: le maschere

Oltre a usare i tradizionali materiali da disegno (inchiostro, matita, carboncino, ecc…), sperimenta materiali meno convenzionali come i sacchetti di carta, su cui disegna dei ritratti che danno vita alle sue celebri maschere. Il tema delle maschere è fondamentale nell’arte di Steinberg. Secondo lui tutti si travestono e lui riesce a raccontare le storie che stanno dietro queste maschere. Ad esempio, le sue facce di carta raccontano di signore dell’alta società in pelliccia, segretarie intelligenti e uomini d’affari soddisfatti di sé che nascondono la forzata allegria dell’America del dopoguerra degli anni ’50.

Steinberg artista

Steinberg stesso amava ritrarsi con un sacchetto di carta in testa, vestendo i panni di personaggi sempre diversi. Da questo suo esercizio creativo, nasce la collaborazione con la fotografa Inge Morath, che ritrae gli scatti divenuti celebri col nome di The Masks Series.

“Nel 1956, finalmente arrivai a New York e Saul Steinberg accettò di incontrarmi nell’Upper East Side e posare per un ritratto…Ho suonato il campanello e Steinberg è uscito con una busta di carta in testa sulla quale aveva disegnato un autoritratto”, racconta la fotografa.

Di lui è stato detto che era un “creatore di aforismi visivi” ( Art Spiegelman), “un pittore che si fa leggere” (Ennio Flaiano).

Steinberg si definiva un “noticer”, uno che se ne accorge. E in effetti si è accorto di tante cose della vita che altri non vedevano. Prendeva queste cose e le trasformava nei suoi disegni, sempre con uno stile e dei mezzi espressivi nuovi. Cambiava temi e trovava sempre il linguaggio adatto a raccontarci quello che voleva raccontare.

Chissà come racconterebbe la realtà di oggi!

Saul Steinberg Milano New York

Cosa: Saul Steinberg Milano-New York
Dove: Triennale Milano, Viale Emilio Alemagna 6, Milano
Quando: dal 15 ottobre 2021 al 13 marzo 2022
https://triennale.org/eventi/saul-steinberg

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